Solo pochi giorni ci separano dalla seconda edizione di Showrum, il primo festival tutto italiano dedicato al Rum, e noi di “V-Quadro” abbiamo incontrato Leonardo Pinto, l’uomo che vuole fare innamorare tutta l’Italia di questo distillato.
La passione e l’amore sono da sempre l’ingrediente segreto di ogni successo imprenditoriale. Non sono solo astratti concetti post-romantici, ma il plus che può garantire il successo ad un’impresa, e incontrare Leonardo Pinto, l’uomo che ha dedicato la sua vita a far scoprire il rum alla nostra nazione, ne è stata la conferma. Durante la nostra chiacchierata abbiamo scoperto molti aspetti sconosciuti di questo mondo, in primis abbiamo imparato come la storia del rum sia molto più giovane di quanto la sua leggenda potrebbe fare pensare, e che solamente da una trentina d’anni abbia iniziato un percorso verso l’eccellenza qualitativa che un prodotto simile come il whisky, ad esempio, ha iniziato intorno al 1700. Inoltre abbiamo dato in anteprima un’occhiata alle molte novità dell’edizione 2014 dello Showrum, l’edizione che siamo sicuro lo affermerà come uno dei festival più importanti del panorama internazionale, grazie al grande sforzo partecipativo delle migliori aziende del panorama mondiale, ai seminari tenuti da grandi personaggi del bartending e al tentativo di fare concretamente “sistema”, unendo l’eccellenza delle tecnologie industriali italiane ad un mercato in rampa di lancio. La storia del rum si sta scrivendo ora. Siete pronti a farne parte?
immediatamente chiamai due miei amici, Ian Burrell e Robert Burr (rispettivamente organizzatori del Uk Rum Fest e del Miami Rum Fest, ndr) per chiedergli ovviamente qualche consiglio su come realizzarlo.
La telefonata è cominciata più o meno così: “ragazzi, ditemi che ca@@o devo fare!
Non posso copiare il vostro format, i nostri paesi sono troppo diversi, datemi dei concetti su cui lavorare!”. Dopo una serie di chiamate internazionali l’unico concetto utile che ho deciso di fare mio è stato quello di Robert Burr: la prima edizione, ha detto, “Just do it”: falla e basta.
E così ho preso carta e penna, ho cominciato a disegnare e programmare il festival e qualche mese dopo abbiamo iniziato questa avventura.
Quello che ho voluto fare sin dall’inizio è stato creare un punto d’incontro tra il mercato italiano, inteso sia come consumer che buyer, con il mondo del rum, cercando di creare un’atmosfera professionale e business oriented ma mai snob.
Siamo alla seconda edizione del festival: quali sono le tue aspettative?
Sarà un po' come un nuovo anno zero: abbiamo cambiato moltissime cose, in primis la location. Poi presenteremo il progetto Innovation Made In Italy, avremo il supporto operativo dell’ Aibes e inoltre un bar gestito da alcuni dei più importanti bartenders della scena europea come Leonardo Leuci (Jerry Thomas Project) e Fabio Bacchi (autore diBartales), Ian Burrell (esperto internazionale ed organizzatore dello UK Rum Fest, parlerà del rum in miscelazione con un focus particolare sulla miscelazione Tiki) e Luca Gargano (uno dei massimi esperti internazionali del rum). Inoltre ci saranno tre percorsi degustativi, tra rum agricole, tradizionali e le selezioni. Inoltre avremo più di 300 etichette e più di 40 espositori, quasi il doppio dell’edizione precedente!
"Innovation made in italy for rum Industry” è la novità assoluta di quest’anno: come può il made in italy aiutare un’ industria già consolidata come quella del rum?
Guarda, io per lavoro giro il mondo visitando distillerie e fornendo consulenze ad aziende. Quello che ho visto è che noi italiani aspettiamo sempre gli altri freghino le idee: possediamo il genio e la follia per realizzare grandi cose ma non la concretezza per consolidarle anche fuori dai confini delle Alpi. Tu dici che il mondo del rum è un’industria consolidata e ha il “know how” grazie a molti anni di produzione alle spalle. Io dico che questa è un’industria che ha appena cominciato a muovere i primi passi. Sono moltissimi i paesi dove c’è bisogno di qualcuno che fornisca tecnologia e che insegni come utilizzarla. In Italia abbiamo delle realtà incredibili sia per quanto riguarda la cristalleria, sia per quanto riguarda le tecnologie industriali, le collaborazioni con università e nello studio dei materiali. Al festival presenteremo Green Engineering, l’azienda senese che può vantare già molti impianti in giro per il mondo: la nostra sfida è riuscire, attraverso il progetto Innovation Made In Italy, a fare sistema e imporre l’industria italiana in un settore in forte espansione come quello del rum.
Altra novità di questa edizione sarà la Showrum Tasting Competition, il primo concorso Italiano volto a premiare i migliori Rum presenti sul mercato, quali sono i prodotti da tenere d’occhio?
Le competition rispecchiano sempre il gusto del paese dove queste si svolgono, non premiamo il valore assoluto dei prodotti in concorso. Per la prima volta quindi nel nostro paese sarà giudicato il rum che più si confà al gusto e al palato di un consumatore italiano! Per quanto riguarda i prodotti da tenere d’occhio ti posso dire che ci saranno molti top brand pronti a rivalutarsi e a mettersi in gioco contro le nuove leve, altre aziende emergenti che hanno avuto delle impennate di qualità negli ultimi anni e poi moltissime new entry. Nomi non te ne faccio, dovete venire trovarci e divertirvi ad esplorare questo nuovo mondo, davvero ancora tutto da scoprire.
thanks to original post:http://www.v-quadro.com/Home/Voci/2014/10/17_Buongiorno_Mr._Pinto.html