La nuova campagna PETA per dire che il caffè è causa di sofferenza di numerose specie di zibetto delle palme asiatica.
Stiamo parlando del Kopi Luwak, il caffè di civetta (o caffè di zibetto asiatico), il caffè più caro al mondo che può costare oltre 300 euro al kilo e la cui produzione avviene dalla defecazione dei chicchi di caffè dell’omonima specie animale tenuta in prigionia.
Esiste una particolare tipologia di caffè asiatico, il Kopi Luwak, che viene prodotto sfruttando il metabolismo di una curiosa specie animale, la civetta (Luwak), che ha alla base della propria dieta alimentare le bacche di caffè.
Caffè defecato dallo zibetto.
I frutti della pianta di caffè vengono ingeriti dallo zibetto regolarmente, insieme con insetti, piccoli mammiferi e rettili, ma la parte interna delle bacche, ovvero i chicchi di caffè, non vengono digeriti dall’animale che li defeca integralmente. Per essere precisi, lo zibetto metabolizza solo la parte esterna del chicco di caffè, consentendo la defecazione di una tipologia di chicco adatto alla produzione di bevande dal sapore meno amarognolo.
Una sofferenza per la civetta.
Per essere prodotti quindi, numerose specie di zibetto asiatico delle palme, vengono strappati alla loro vita selvatica per essere ingabbiati e trasformati in esclusivi mangiatori di chicchi di bacche di caffè che vengono regolarmente defecati e destinati alla produzione del caffè Kopi Luwak. Il danno di tale produzione sugli animali è evidente: alimentazione insufficiente, carenze vitaminiche, maltrattamento, privazione della libertà, scarso esercizio fisico e autolesionismo.
La campagna Peta.
Un investigatore asiatico del PETA (People for the Ethical Treatment of Animals) ha visitato in Indonesia e nelle Filippine due delle più grandi aziende al mondo produttrici di caffè Kopi Luwak, attualmente distribuito anche tramite il portale on-line Amazon.com. Dal video si può notare come gli zibetti ingabbiati soffrano di stress da privazione della libertà e di squilibri psichici: gli animali mordono le sbarre della gabbia, girano ripetutamente su se stessi, perdono pelliccia e rischiano di impazzire nel corso della prigionia senza via d’uscita. Gli zibetti vengono liberati anche dopo 3 anni di prigionia ma, la maggior parte di essi a causa della debilitazione psicofisica, non sopravvivono più alla vita selvaggia.
Un caso di falsa etichettatura.
Oltre ad una questione di gusto e di stomaco, c’è un problema riguardo la falsa etichettatura del prodotto. Sulle confezioni di caffè kopi luwak è apposta l’etichetta “wild-source” reclamizzante il metodo selvatico di produzione e raccolta del caffè. Di selvatico non c’è assolutamente nulla in tale produzione e lo stesso allevatore indonesiano ha rivelato all’investigatore PETA che in realtà sarebbe impossibile produrre il kopi da zibetti selvatici, ma che l’azienda continua ugualmente ad etichettare come “100 % wild- source ” le confezioni di caffè prodotte da zibetti in gabbia.
La campagna PETA si rivolge soprattutto ai distributori di kopi luwak, come il portale on-line Amazon.com e chiede di bloccare la distribuzione di questo crudele caffè.
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